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L'ALTOMEDIOEVO E IL ROMANICO

Dalle piccole pievi parrocchiali di campagna del veronese alle chiese delle isole veneziane, per arrivare alle grandi cattedrali presenti a Verona e a Vicenza: grazie ad una ripresa economica, ad un miglioramento delle condizioni climatiche e ad una crescita dei commerci, nell'XI secolo in Italia, si assiste gradualmente alla nascita di una nuova architettura, definita dagli studiosi della metà dell'Ottocento architettura romanica, di cui in Veneto permangono ancora oggi forti tracce.
Non si può però parlare di romanico come unico stile. Vi sono numerose variazioni tra una provincia e l'altra, frutto della grande capacità delle maestranze locali di rielaborare in piena autonomia i contenuti d'oltralpe.

Sant'Ambrogio (Verona). Pieve di San Giorgio di Valpolicella

Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona). Pieve di San Giorgio

Le proposte culturali, che il Veneto "romanico" offre, sono numerosissime: in ambito veronese, oltre alle caratteristiche pievi - come la pieve di San Giorgio di Valpolicella, la pieve di Santa Maria a Gazzo Veronese, la pieve di San Pietro a Villanova di San Bonifacio - domina, nel capoluogo, la grande Basilica di San Zeno Maggiore, oltre alle chiese di nucleo romanico quali San Lorenzo e la Cattedrale, passando poi a Vicenza, con la chiesa Cattedrale, fino ad arrivare a Venezia, con lo sfarzoso esempio della Basilica di San Marco, sorta come cappella ducale nell'829. Così il lessico utilizzato in territorio lagunare, nella costruzione della cattedrale di Santa Maria di Torcello, collegata da un portico alla chiesa di Santa Fosca, oppure nella chiesa dedicata ai Santi Maria e Donato di Murano, menzionata per la prima volta nel 999, oppure ancora nella cattedrale romanica di Caorle, dedicata a Santo Stefano, è diverso da quello utilizzato più a nord, nel complesso architettonico del convento e Basilica dei Santi Vittore e Corona, a Feltre, in provincia di Belluno, altra preziosa testimonianza del XII secolo.